L’implantologia dentale è una tecnica chirurgica che permette di sostituire uno o più elementi dentari persi con “radici artificiali” in titanio le quali, mediante un processo biologico che prende il nome di osteointegrazione, sono in grado di supportare una protesi fissa sia nella mascella che nella mandibola.
La moderna Implantologia dentale è nata da sperimentazioni e studi iniziati dal Prof. Branemark a metà degli anni ’60. Egli coniò il termine di osteointegrazione, un concetto che stava ad indicare la capacità del titanio di formare un legame indissolubile con l’osso.
Il Prof. Branemark sfruttò questa evidenza scientifica per dimostrare, negli anni a seguire, che viti di titanio erano in grado di essere ancorate all’osso e di supportare a lungo termine delle protesi fisse nelle bocche di pazienti selezionati.
Secondo i concetti originali del Prof. Branemark , il fattore chiave dell’ osteointegrazione era il sommergere sotto la gengiva gli impianti dentali dopo averli posizionati, in modo che il processo di guarigione tra osso e impianto non venisse disturbato da nessun fattore esterno, quali la placca batterica ed il carico masticatorio.
Si considerava necessario un periodo di attesa di 3-6 mesi prima di utilizzare gli impianti dentali ai fini protesici e per tale periodo il paziente continuava a portare la protesi mobile che utilizzava già prima dell’intervento.
Negli anni ’90 alcuni studiosi e clinici rividero i parametri stilati originariamente dal Prof. Branemark e dimostrarono che gli impianti dentali potevano andare incontro a osteointegrazione anche se non venivano sommersi e se veniva avvitata sugli stessi una protesi dopo pochi giorni dal loro posizionamento.
Le percentuali di successo degli impianti dentali inseriti secondo questo nuovo protocollo, erano perfettamente sovrapponibili alle percentuali di successo degli impianti inseriti secondo il protocollo originale del Prof.Branemark.
Il fattore chiave dell’osteointegrazione non risiedeva più nel fatto che l’impianto dentale fosse sommerso sotto la gengiva, ma nella stabilità che lo stesso riusciva ad avere quando posizionato nell’osso. Più l’impianto dentale inserito era stabile, più vi era la certezza che si osteointegrasse.
Durante l’intervento, in base al grado di stabilità dell’impianto, l’implantologo valuterà se poter consegnare nel giro di 24 ore la riabilitazione protesica, secondo il protocollo di carico immediato, oppure attendere 3/6 mesi in linea con il protocollo originale di carico differito.
Gli impianti dentali sono utilizzati per sostituire un dente perso o la mancanza congenita di un dente naturale. Il contemporaneo inserimento di più impianti dentali può sostenere un’arcata dentale completa. Un impianto dentale completo si compone di tre parti:
L’impianto è caratterizzato da: forma, dimensione e materiale. Vediamoli nel dettaglio:
Solo dopo un’attenta indagine dello stato di salute del paziente, tramite la valutazione della scheda anamnestica, la visita orale e le indagini radiologiche, l’implantologo potrà decidere se eseguire l’intervento.
Molto importante è anche analizzare le abitudini del paziente ovvero:
Facciamo un esempio:
un paziente diabetico compensato, che controlla la sua patologia in maniera scrupolosa, può accedere all’Implantologia come un paziente normale. Non avrà difficoltà a conservare i suoi impianti dentali per lunghi anni se praticherà giornalmente una corretta igiene orale domiciliare e farà regolarmente i controlli clinici programmati.
Le controindicazioni all’implantologia dentale possono essere assolute o relative.
Per i pazienti che hanno affrontato cicli di chemioterapia vogliamo segnalare che ultimamente le indicazioni ed i protocolli sono ulteriormente variati e molti Oncologi sostengono che un paziente possa affrontare interventi chirurgici, quindi anche un intervento di Implantologia dentale, già dopo circa 2-3 mesi dalla fine della chemioterapia.
Mentre per i pazienti che hanno subito trattamenti radianti nel distretto facciale, dovranno attendere orientativamente circa 12 mesi prima di essere riabilitati con impianti dentali.
Questa e una delle domande più frequenti: l’osteoporosi non è una controindicazione al posizionamento degli impianti dentali. E vediamo il perché.
I problemi legati all’osteoporosi sono due:
Bisogna infine sapere che impianti posizionati in osso scadente a causa dell’osteoporosi hanno una durata nel tempo perfettamente sovrapponibile a quella di impianti posizionati in pazienti con osso sano, come già dimostrato nel 2001 in uno studio dal Dr. Friberg.
Pro
Contro
La pianificazione 3D, ottenuta elaborando la TAC tramite un software dedicato, permette di sfruttare al massimo il tuo osso residuo cioè quello ancora presente nelle arcata dentarie al momento dell’intervento. Una corretta e scrupolosa pianificazione ha lo scopo di garantirti una ottimale riabilitazione destinata a durare nel tempo.
Questo ti eviterà di sottoporti a lunghe, invasive e non predicibili di rigenerazione ossea guidata.
La nostra lunga esperienza ci ha insegnato che l’osso residuo, pur se in quantità limitata, è quello di gran lunga migliore e più affidabile. Ricorda infine che ogni paziente è unico e pertanto ogni caso clinico va valutato individualmente.
Tutti i pazienti che necessitano di una visita per riabilitazioni con impianti dentali sono visitati personalmente dal Dr. Roberto Villa.
Il chirurgo ti fornirà un elenco degli esami standard e deciderà, secondo la tua storia personale e famigliare di pregresse malattie, se saranno necessarie per il tuo caso ulteriori indagini.
Se perdo un dente, va sostituito subito o posso aspettare?
Il nostro consiglio è di sostituire al più presto la perdita dei denti naturali.
Quando perdi un dente malato e non viene sostituito, i denti adiacenti possono spostarsi dalla loro normale posizione; sovente si inclinano o tendono a fuoriuscire dalla loro sede perché sono alla ricerca di un nuovo equilibrio. Questo fenomeno di migrazione può interessare anche i denti antagonisti che, come sai, cercano possibilmente un nuovo contatto.
Vi sono ancora un paio di problemi che potrebbero insorgere se non sostituisci presto il dente mancante. Questi denti che si inclinano e si spostano possono generare, in certe aree, un affollamento non naturale e ti troverai costretto, per pulirli, a manovre più laboriose e complicate. Il rischio quindi è di andare incontro a:
Attenzione!!! Quando si perde un dente è naturale un graduale riassorbimento dell’osso e della gengiva che lo ricopre. Questa perdita ossea potrebbe rivelarsi in futuro un problema in più per un eventuale inserimento di un impianto dentale.
Il posizionamento degli impianti dentali immediatamente dopo l’estrazione di denti con infezioni non è assolutamente una controindicazione.
Il Dr. Roberto Villa nel 2005 e poi nel 2007 in 2 studi pubblicati su riviste internazionali ha dimostrato che è possibile posizionare degli impianti dentali a carico immediato nelle stesse aree di denti affetti da parodontite o granulomi con percentuali di successo elevatissime.
Oggi dire che un impianto dura 15/20 anni, a nostro avviso, non è serio. La durata di un impianto dentale dipende da molteplici fattori quali: i materiali utilizzati, l’abilità del chirurgo, la collaborazione del paziente nel mantenere una corretta igiene orale ed altri che elenchiamo in seguito.
I primi studi pubblicati a metà degli anni ’80 dal ricercatore svedese Prof. Branemark, che ha inventato il concetto di implantologia osteointegrata, riportavano che i successi implantari erano pari al 90% nell’arcata superiore e 95% nell’arcata inferiore a distanza di 15 anni.
Questi dati però erano stati fatti su un gruppo di individui molto controllati, usando lo stesso tipo di impianto in cui variava solo la lunghezza e che veniva inserito esclusivamente nell’osso residuo del paziente.
Inoltre tutti i pazienti trattati erano completamente edentuli ossia totalmente senza denti. Prima di caricare gli impianti con una protesi si doveva attendere 6 mesi nella mascella e tre mesi nella mandibola.
Dall’inizio degli anni 2000 sono state introdotte molte variabili quali:
Il Prof. Branemark, nei suoi studi, controllava tutti gli impianti inseriti in ogni singolo paziente, per cui i dati riportati erano attendibili.
Con l’espandersi esponenziale dell’implantologia e delle variabili sopra descritte, a nostro avviso, le percentuali riportate da Branemark non sono più valide.
Con il progredire del numero di interventi di Implantologia Dentale nel mondo, le confortanti percentuali di successo degli anni passati che parlavano del 99% nella mandibola e del 96-98% nel mascellare superiore, a nostro parere, vanno riviste.
La percentuale di successo può variare a seconda di vari fattori tipo: materiali, progettazione dell’intervento, qualità dell’osso e dei tessuti gengivali, esperienza e capacità del chirurgo implantologo ed infine ma non meno importante la cura del paziente nel post-intervento e nel mantenimento.
Nota bene: una radiografia panoramica non è assolutamente valida per valutare eventuali infezioni attorno agli impianti.
Un’ultima considerazione…
L’avvento di nuove tipologie di impianti e di nuove componenti implantoprotesiche ha dato la possibilità di riabilitare sempre i pazienti con protesi avvitate e non cementate. Questo è un vantaggio considerevole perché nel caso di controlli o problemi agli impianti, il dentista potrà svitare le corone con speciali cacciavite.
Gli impianti possono essere così più facilmente controllati, trattati o nei casi più gravi sostituiti. Le corone originali, preservate, possono essere riutilizzate senza difficoltà sul nuovo impianto dentale.
Per sostituire completamente tutti i denti dell’arcata superiore servono dai 4 ai 6 impianti.
Nel caso di paziente edentulo bastano 4 impianti per reggere tutta l’arcata inferiore.
Si escludono le donne in gravidanza.
Per i pazienti sotto i 18/20 anni, ancora in fase di crescita ossea non è sconsigliato l’inserimento di impianti dentali.
Non ci sono limiti massimi di età. Studi pubblicati in Svezia su pazienti di età tra 80 e 90 anni hanno dimostrato che la percentuale di successo degli impianti in questi pazienti era simile a quella che si otteneva in pazienti più giovani.
Dopo un intervento di implantologia sia a carico immediato che a carico differito non potrai guidare, ti dovrai fare accompagnare a casa da un parente o un amico. Non si possono guidare veicoli per le prossime 24 ore.
Ti raccomandiamo nelle prime 24/48 ore di tenere una borsa del ghiaccio all’esterno della guancia a livello della zona operata. Tieni l’impacco per 20 minuti con un intervallo di 15 minuti tra un’applicazione e l’altra.
Prima dell’intervento verrà consigliato di fare una terapia antibiotica con Amoxicillina oppure in caso di pazienti allergici alle penicilline Claritromicina.
Vengono prescritti anche degli antidolorifici: ibuprofene, naprossene sodico appartenenti al gruppo dei farmaci antinfiammatori non steroidei, Fans.
Se subentrassero qualche linea febbre si consiglia di assumere un antipiretico a base di paracetamolo.
Il collutorio più usato e a base di Clorexidina 0,12% con azione antibattericida. Facendo sciacqui ogni 12 ore, tenendolo in bocca, puro senza diluirlo con acqua, per 1 minuto.
In caso di allergia alla Clorexidina vengono dati dei collutori naturali contenenti: aloe vera, curcuma, thè verde, tea tree oil
Puoi mangiare cibi e alimenti morbidi come gelati, purè, zuppe tiepide, minestre tiepide, frullati, carne macinata, omogeneizzati, budini, polpette, pesce bollito, yogurt ecc…
Evita gli alimenti troppo caldi e cerca di non mangiare alimenti granulosi (con i semini che possano rimanere tra i denti, come i frutti di bosco e i kiwi). Ti raccomandiamo di evitare di mangiare cibi solidi per 8 settimane dopo l’intervento.
Evitare qualsiasi attività fisica, pesante, per 7 giorni. Quindi non andare in palestra, non sollevare oggetti pesanti. In poche parole non fare sforzi eccessivi.
E’ davvero impossibile pianificare un intervento di impianti dentali senza conoscere gli aspetti clinici e le aspettative del paziente.
Richiede una sala specificamente attrezzata e in certe situazioni, pazienti che necessitano di grosse riabilitazioni, pazienti con patologie a rischio, di età avanzata o particolarmente ansiosi, la presenza di un medico anestesista per la sedazione cosciente.
Le difficoltà e i tempi di un intervento chirurgico di posizionamento degli impianti dentali possono variare:
Le manovre di igiene orale sono molto simili a quelle che si effettuano nella dentatura naturale, in quanto non esiste l’ingombro di una flangia di falsa gengiva. Queste sono le nostre istruzioni per fare durare nel tempo i tuoi impianti.
Segui i consigli del nostro Igienista dentale. Il Dr. Antonio Chellini. Guarda il video.
Per i primi 2 giorni dovrai dormire con la testa sollevata su un paio di cuscini. Ridurrai l’eventuale presenza di dolore e sanguinamento.
Non potrai spazzolare la zona operata fino alla rimozione dei punti (che avviene dopo circa 12/14 giorni). Potrai sciacquare la bocca 2 volte al giorno (ogni 12 ore) con un collutorio a base di clorexidina allo 0.12 (non diluire con acqua).
Ti raccomandiamo di non superare la posologia prevista dal collutorio per evitare fenomeni allergici.
Non assumere liquidi dopo lo sciacquo per almeno 1 ora.
Dopo la rimozione delle suture (a 12/14 giorni dall’intervento) l’implantologo valuterà se potrai iniziare a spazzolare i denti, se dovrai continuare ad utilizzare il collutorio consigliato e per quanto tempo.
Non ti dimenticare di assumere, come ti hanno consigliato, i farmaci antidolorifici/antinfiammatori per almeno 24/48 ore dopo l’intervento, anche se non senti dolore.
Vedrai che i disturbi post-operatori saranno pochissimi.
Potrai avere un po’ di gonfiore, ma se utilizzerai la borsa del ghiaccio nelle prime 24/48 ore questo gonfiore sarà molto limitato.
E’ possibile che tu possa trovare una piccola quantità di sangue nella saliva nei primi giorni dopo l’intervento. Nel caso (raro) di sanguinamento più consistente non sciacquare, mettere un tampone di garza umida direttamente sulla ferita per almeno 30 minuti, stringere il tampone tra le due arcate, tenere la bocca chiusa e ferma. Se l’intervento e’ stato effettuato nell’arcata superiore, può esserci sanguinamento dal naso.
Sono del tutto normali gli ematomi (ecchimosi) sottocutanei intorno alla guancia o alle volte intorno all’occhio, soprattutto nelle donne e nei pazienti anziani.
Nei casi di interventi alla mandibola ti può capitare di percepisce una sensazione di anestesia al labbro che perdura anche dopo parecchi giorni dall’intervento. Non è un vero deficit motorio, in quanto le labbra le puoi muovere normalmente.
In alcuni casi, a livello del mascellare superiore, possono verificarsi dei deficit sensoriali a livello del labbro superiore e/o in regione dell’ala del naso.
Questi disturbi neurologici tendono a regredire lentamente nel giro di qualche settimana, talvolta qualche mese.
Se il tuo intervento è stato pianificato ed eseguito correttamente, devi sapere che le percentuali di successo sono sovrapponibili a quelle di un intervento a carico differito.
Queste confortanti percentuali di successo saranno rispettate solo se sarai puntuale nell’effettuare le visite di controllo e le radiografie endorali 1 volta l’anno.
Mi raccomando di essere molto attento anche alla pulizia con la tua igiene domiciliare. Vedrai che i tuoi impianti dureranno lunghi anni.
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Dr. Roberto Villa & Dr. Gabriele Villa
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