La paziente di 67 anni portava una protesi mobile parziale, scheletrato, ormai da 40 anni. Aveva perso i denti posteriori già in giovane età.
Nel corso degli anni, più volte, si era fatta visitare per risolvere la sua situazione perché non tollerava più la protesi.
Un anno fa, la signora, è venuta nella nostra Clinica chiedendoci di risolvere il problema.
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L’osso era talmente ridotto (poco osso) che nemmeno con la classica implantologia computer guidata si poteva risolvere.
Avevamo a disposizione mediamente dai 5,5 ai 7mm di osso sopra il nervo alveolare inferiore.
Questo nervo è un struttura anatomica molto importante, la cui lesione determina una parestesia permanente che comporta perdita della sensibilità del labbro del mento.
Considerando che gli impianti più corti sul mercato, con predicibilità a lungo termine dimostrata da studi scientifici, sono di 6mm, era chiaro che l’osso a disposizione era insufficiente per una chirurgia tradizionale, che prevede di avere un margine di sicurezza di 3mm dal nervo.
Nel gennaio del 2019 abbiamo introdotto nella nostra Clinica X-Guide che è un navigatore digitale per implantologia, con il quale é possibile sfruttare l’osso residuo del paziente, anche se in quantità estremamente ridotta.
Abbiamo pianificato il posizionamento degli impianti sul software 3D DTX Studio Implant.
Gli impianti sono stati pianificati angolati in modo da evitare il nervo alveolare inferiore e al tempo stesso da essere completamente circondati da osso.
Abbiamo trasferito la pianificazione 3D sul navigatore X-Guide.
Alla paziente in sedazione cosciente sono stati inseriti 4 impianti in posizione 36, 35 e 46, 47. Utilizzando il suddetto Navigatore abbiamo potuto seguire su uno schermo il percorso delle frese lungo l’asse degli impianti posizionati in 3D sul computer durante l’intervento chirurgico.
Gli impianti come detto avevano tutti una posizione inclinata per evitare il nervo alveolare inferiore
Erano comunque erano tutti stabili, meno l’impianto in posizione 35 che, alla prova di stabilità primaria, misurava meno di 35 Newton.
Per evitare rischi abbiamo deciso di non fare subito il carico immediato ma di aspettare 3 mesi, come da protocollo tradizionale “carico differito”, prima di avvitare i provvisori sugli impianti.
Volevamo essere sicuro dell’avvenuta osteointegrazione.
In una situazione di osso estremamente scarso nella zona posteriore della mandibola è stato possibile, grazie ad un sistema di navigazione digitale, posizionare 4 impianti con una buona stabilità, evitando il nervo alveolare inferiore e non avendo alcun sintomo di parestesia neppure temporanea.
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