Carico immediato in paziente che voleva evitare un innesto osseo
Il paziente, che era stato indirizzato da un collega di Torino alla nostra Clinica per un intervento di Implantologia dentale, portava da anni, seppure ancora giovane, una protesi mobile (dentiera) sull’arcata superiore.
A causa della dentiera non più stabile, vi era stato uno scivolamento della mandibola in avanti (collasso del morso). Si rendeva necessaria una riabilitazione funzionale che potesse anche riportare la mandibola in posizione corretta ed eliminare così il difetto estetico del viso.
Paziente con protesi mobile (dentiera)
Il paziente aveva riferito che un suo conoscente, con un problema simile, era stato convinto ad effettuare un intervento di implantologia con innesto osseo autologo (cioè l’ osso era stato prelevato dal paziente stesso).
Il prelievo era stato fatto dall’anca e la riabilitazione di questo suo amico non era tuttora terminata dopo 2 anni dall’intervento. Era stato quindi, per questo conoscente, un percorso laborioso e qualche volta anche doloroso. Comprensibilmente turbato dalla esperienza di questo amico il nostro cliente aveva chiesto nel corso della prima visita un’ alternativa all’innesto osseo.
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La dentiera, portata a lungo già in giovane età, aveva generato sull’arcata superiore una preoccupante atrofia ossea.
La TAC Cone Beam effettuata nella nostra Clinica aveva evidenziato infatti chiaramente questa perdita ossea (poco osso). L’assottigliamento della cresta era tale da potersi definire “a lama di coltello”.
Poco osso sull’arcata superiore: la situazione iniziale
Poco osso sull’arcata superiore: elaborazione 3D dalla TAC
Visualizzazione 3D della TAC
Avvalendoci di un software dedicato abbiamo creato una visualizzazione tridimensionale della TAC che ci ha permesso di pianificare chirurgicamente l’intervento di implantologia in base alle zone più favorevoli di osso residuo.
In casi simili, dove vi è una evidente e diffusa atrofia ossea, si manifesta per il chirurgo l’impossibilità ad individuare in maniera precisa le aree di osso residuo dove potere inserire gli impianti.
Al paziente, in sedazione cosciente, sono stati posizionati 5 impianti di cui uno nella zona pterigoidea, uno nella zona retro molare e gli altri 3 nella parte ossea anteriore.
La panoramica dopo l’inserimento degli impianti dentali
Conclusioni
Il giorno seguente l’intervento al paziente è stata consegnata una riabilitazione provvisoria fissa avvitata sugli impianti secondo il protocollo che viene definito carico immediato.
Il ponte fisso sugli impianti, in accordo con il collega che ci aveva inviato il paziente, è stato progettato in modo da riportare in posizione corretta la mandibola. Già da subito l’aspetto estetico del paziente è migliorato.
La situazione iniziale: parodontite di grado estremamente avanzato (piorrea) su entrambe le arcate
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